Entra nel vivo nel nome di d’Annunzio la seconda parte del Festiva Pietre che Cantano. L’evento, nato per restituire vita alle architetture abbandonate, la cui vita è stata interrotta dal terremoto, dopo la pausa di Ferragosto celebrerà l’ultima intensa settimana con una serie di appuntamenti dedicati a D’Annunzio, nel 150esimo anniversario della nascita.Dopo i concerti al Monastero di S. Spirito e alle Pagliare di Tione degli Abruzzi, il festival approdato il 17 sull’Altopiano delle Rocche, a Rocca di Mezzo il 21, dove si svolgerà la seconda parte della sua programmazione, con concerto straordinario, il 24 agosto, a Francavilla al Mare, luogo simbolo del sodalizio fra d’Annunzio e gli artisti abruzzesi.
Per tutte le edizioni messe in campo finora, Pietre che cantano ha proposto eventi capaci di mettere insieme architettura e e musica, il paesaggio aquilano e il tesoro urbanistico e culturale, fatto di Chiese, monasteri, i conventi medievali dei centri montani dell’Aquilano rivissuti attraverso la musica del Festival. Dodici edizioni in scenari suggestivi e toccanti: a L’Aquila, nel Chiostro proto-rinascimentale di S. Domenico e nei borghi storici montani, Monastero di S. Spirito a Ocre , il complesso monumentale di Bominaco, la Collegiata di S. Maria del Ponte di Tione degli Abruzzi, il Convento di S. Francesco a Fontecchio, e, in alta quota, le Pagliare di Tione e Fontecchio sul Sirente.
E, dal 2009, la finalità è divenuta più forte, dare continuità allo scopo del Festival e una motivazione in più, la salvaguardia del paesaggio e dei luoghi d’arte ed il loro recupero. D’Annunzio si inserisce in questo contesto attraverso la poesia e l’abruzzesità di cui fu ed è portatore, prima e dopo i 150 anni dalla sua nascita: “Si è posta come occasione tematica fortissima – sottolinea il direttore artistico di Pietre che cantano, la musicista Luisa Prayer – D’Annunzio è stato appassionato cantore del paesaggio e dei costumi del popolo d’Abruzzo. Accolto giovanissimo dal pittore Francesco Paolo Michetti a Francavilla al Mare, nel suo Cenacolo, luogo di sperimentazione artistica di grande attualità, soprattutto nel compiersi di un rapporto vero tra le diverse arti, egli restitui’ alcune tra le sue cose migliori proprio nelle pagine dedicate ad una terra sentita da lui, e dagli artisti del Cenacolo, tra cui il compositore Tosti e gli scultori Barbella e D’Antino, come fonte primigenia di ispirazione. Una ispirazione rivelatrice delle connessioni piu’ pregnanti tra natura, mito, tradizioni, e arte”.
Come detto, la XIV Edizione del Festival è articolata in due cicli. Al ciclo “Abruzzo primitivo, Abruzzo del mito”, che ha tratto spunto dalla rivisitazione dannunziana di paesaggi, tradizioni, riti popolari, appartengono i prossimi appuntamenti del 17 (Rocca di Mezzo – “D’Annunzio e le Arti”) e del 24 agosto (Francavilla al Mare – “Terra vergine”). Ma anche il ciclo “Verdi” trova il suo riferimento a D’Annunzio nel concerto “Metamorfosi”, il 21 agosto a Rocca di Mezzo. La musica di Franz Liszt, il cui pianoforte restituì in modo mirabile le pagine liriche e sinfoniche piu’ in voga nei salotti e nelle sale da concerto, è il filo che lega tutto il programma. Ascolteremo – anticipa Luisa Prayer – le celebri parafrasi di Liszt dal Rigoletto di Verdi, e la sua versione di una delle pagine più commoventi di Wagner, Morte di Isotta. Questo brano suggestiono’ profondamente D’Annunzio, che lo aveva conosciuto proprio ascoltandolo al pianoforte nei salotti napoletani: dal Tristano ed Isotta si fa discendere l’ispirazione principale del suo Trionfo della Morte. Suozzo leggerà sulla musica le pagine del Trionfo che vi sono collegate, permettendoci di verificare, nel raffronto immediato, il rapporto strettissimo tra le due opere. E’ l’occasione migliore per riassaporare l’eccezionale tributo del virtuoso della parola, Gabriele D’Annunzio alla musica e al genio di Wagner, di cui si dichiarò apertamente strenuo ammiratore. Oltre alle note pagine dannunziane, dal Fuoco e dal Trionfo della Morte, ascolteremo le voci di Natalia Ginzburg (che intreccia magistralmente la sua diffidenza bizzosa per l’opera con la magia dei ricordi d’infanzia), di Camillo Boito (fratello di Arrigo e incantevole novelliere) e di Guseppe Verdi in persona, nel suo dignitoso e commosso commento alla notizia della scomparsa del grande rivale.
(Le foto sono tratte dal sito della manifestazione)